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12
03
2018

PRINCIPI DEL PILATES

Scritto da Giada Tessari 0

Il Pilates si definisce tale quando si ispira a 8 principi, i primi quattro fondamentali, i secondi quattro che verranno raggiunti con la pratica costante.

  1. CONCENTRAZIONE. La ginnastica Pilates si svolge con la massima attenzione e concentrazione negli esercizi. Più alto è il grado di impegno mentale e di coscienza del movimento, meglio si integreranno i restanti principi nell’esecuzione tecnica. Poter rivolgere tutti i sensi e aprire la mente verso l’esercizio fisico è il primo obiettivo da raggiungere ed è requisito indispensabile per l’avverarsi del resto dei principi.
  2. CONTROLLO. La maggior parte del carico di lavoro, nelle lezioni di Pilates, proviene dall’applicare o aggiungere la forza di gravità agli esercizi. Il carico è poi generalmente più elevato quando l’esecuzione è lenta e controllata. Per questi motivi in Pilates si eseguono la maggior parte dei gesti in modo lento. L’ideatore (Joseph Pilates) chiamava il suo metodo “Contrology” e questo fa capire quanto importante sia questo principio fondamentale.
  3. RESPIRAZIONE. Controllo e normalizzazione respiratoria sono i due punti chiave di questo principio del Pilates. I nostri insegnanti vi faranno ben percepire la corretta respirazione prevista dalla tecnica Pilates: la respirazione laterale. Il controllo della respirazione e la sua variazione serve anche ad aumentare la difficoltà degli esercizi. Esistono varie possibilità di respirazione per lo stesso esercizio, ovviamente con difficoltà diverse.
    a. Respirazione facilitata (e facilitante). Quella che aiuta a raggiungere il traguardo tecnico o movimento, in linea di massima “inspira prepara, espira esegui”. Spesso si accompagna questo lavoro con la contrazione volontaria dei muscoli del pavimento pelvico. La cosiddetta “contrazione di Kegel” che viene sollecitata vicino ad un 30% del grado di contrazione volontaria massimale.
    b. Respirazioni alternative.
    Evitare blocchi respiratori o apnee è un altro obiettivo collegato anche con interessanti obiettivi posturali, sarà quindi opportuno integrare la tecnica con metodi o sistemi che permettano una funzione diaframmatica completa alla fine degli allenamenti.
  4. CENTRALIZZAZIONE. Tutti gli esercizi del Pilates partono dal centro. Si parla della zona sacro-pelvico-lombare e di tutte le articolazioni e i muscoli coinvolti. Joseph Pilates utilizzò il termine “The Power House”, la “casa del potere”. Tanti esercizi di riscaldamento del Pilates o esercizi di transizione hanno questo obiettivo: far percepire che tutto parte dal centro e rendere questo centro forte per poter sostenere il carico dei vari esercizi e di una vita piacevolmente attiva. Tutte le indicazioni tipo “ombelico risucchiato, pavimento pelvico attivo, cerniera dei jeans attiva, chiudere i buchini, stringere il pallone fra le ginocchia, costole chiuse, solletico sotto l’ombelico, tirare i visceri verso l’alto, tazzina di caffè sull’ombelico o sul sacro” cercano il raggiungimento di questo principio attraverso immagini facilitanti. Solo in questo modo di potrà sviluppare un centro sano da cui potranno svilupparsi poi tutti i gesti e gli esercizi.
  5. PRECISIONE. Nel Pilates ogni movimento deve essere gestito in modo eccellente sia nell’esecuzione che nella sua verbalizzazione e descrizione. Essere precisi significa rispettare la specificità dell’esercizio, significa allenare i muscoli ed i segmenti per i quali è stato concepito senza andare a sovraccaricare altri distretti muscolari. Significa mantenere gli allineamenti, la corretta posizione dei piedi, delle spalle, della colonna, del capo sia in piedi che seduti, sia supini che proni, sia in quadrupedia che sul fianco. La precisione è la base per creare pattern motori corretti, per integrare schemi globali in modo corretto e sicuro.
  6. FLUIDITA’. Non è facile essere fluidi da subito, soprattutto visti tutti i principi che si devono rispettare e tutte le informazioni che vengono date in una lezione di Pilates. È però vero che è più facile rendere fluido un movimento lento che uno veloce. La lentezza consente di integrare centralizzazione e controllo, mano a mano che passeranno le lezioni il gesto diverrà via via più fluido e armonico. Il raggiungimento di tale fluidità sarà possibile anche grazie ad un ritmo che diverrà più sostenuto senza che si perda il controllo, e con l’impiego di respirazioni alternative. Si rispetta il principio di fluidità anche quando si passa da un esercizio all’altro con precisione, lentezza ed in modo sicuro: mai bloccare bruscamente l’esecuzione di un gesto a causa della stanchezza.
  7. ISOLAMENTO. È la capacità di far lavorare i muscoli necessari. Pilates pretende la maggior economia dello sforzo, ovvero raggiungere il traguardo motorio con il minor numero di muscoli coinvolti, cioè solo quelli assolutamente necessari ad un grado di attivazione ottimale. Significa eccellenza della tecnica, significa “attivare” e non “contrarre”. Un po’ come quando abbiamo iniziato a scrivere e per impugnare la matita ci facevano male le dita: troppa attenzione quindi troppa contrazione. Con il tempo il nostro tratto è diventato più leggero e la matita scivola sul foglio.
  8. RUTINA. Soltanto con la sufficiente ripetizione e aumento degli stimoli, si riuscirà ad adattare il corpo a tutti gli esercizi e a tutte le sequenze previte dalla tecnica Pilates. Tutti i principi aiuteranno a raggiungere gli obiettivi solo se ripetuti e applicati costantemente agli esercizi e sedute di allenamenti. Con il tempo sarà possibile eseguire sequenze (ruotine) sempre più lunghe ed impegnative, proprio come siamo passati dallo scrivere singole parole a comporre temi.

Potrai mettere in pratica questi principi in tutte le varie discipline Pilates dei nostri corsi:

E ricorda ciò che diceva Pilates:

“Non importa ciò che fai, ma come esegui ciò che fai