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12
02
2020

Le cinque ferite dell’anima: ferita da umiliazione

Scritto da Giada Tessari 0

Dopo il primo articolo sulle Cinque ferite e la loro corrispondenza con i chakra dello Yoga, quello sulla ferita da rifiuto, quella dell’abbandono, eccoci alla terza ferita, quella da umiliazione.

Questa ferita si genera quando in diversi momenti sentiamo che gli altri disapprovano ciò che facciamo e ci criticano. Potreste anche generare questo problema nei vostri figli dicendo loro che sono maleducati, pesanti e cattivi, così come se esponete i loro problemi davanti agli altri: questo distrugge l’autostima infantile. In questo modo, il tipo di personalità che si genera con frequenza è una personalità dipendente. Potreste aver assunto un atteggiamento da “tiranni” ed egoisti come meccanismo di difesa, e potreste arrivare ad umiliare gli altri come scudo per proteggere voi stessi.

Se avete vissuto queste esperienze, dovrete lavorare sulla vostra indipendenza, sulla vostra libertà, sulla comprensione delle vostre necessità e dei vostri timori timori, così come sulle vostre priorità.

Caratteristiche

Questa ferita si risveglia tra il primo e il terzo anno, con il genitore che si è occupato dello sviluppo fisico del bambino. Di solito è la madre che lo cresce nella mancanza di libertà. Il bambino finisce per sentirsi umiliato dal controllo di questo genitore.

Per sopravvivere al dolore che ne deriva, si indossa la maschera del masochista.

Il corpo si evolverà diventando grasso, tondo, non tanto alto, con collo grosso e rigonfio, con tensioni al collo, alla gola, alle mascelle e alla pelvi. Il viso sarà rotondo e aperto. Gli occhi grandi, rotondi, spalancati e innocenti, come quelli di un bambino.

Nel vocabolario si sentiranno spesso: “essere degno, indegno, -ino, -one”.

Caratterialmente spesso si vergogna di sé e degli altri o ha paura che gli altri si vergognino di lui. Non gli piace andare in fretta. Conosce le proprie necessità, ma non le ascolta. Si fa carico di troppe cose. Mantiene il controllo su tutto per evitare la vergogna. Si crede un sudicione, senza cuore, un porcello o comunque infimo rispetto agli altri. Empatico. Fa del suo meglio per non essere libero, in quanto “essere libero” significa “illimitato”, se è senza limiti ha paura di straripare. Gioca a fare la mamma. Ipersensibile. Punisce se stesso credendo di punire l’altro. Vuol essere degno. Prova un senso di disgusto. Prova vergogna sul piano sessuale, ma è sensuale, e non ascolta i propri bisogni sessuali. Compensa e si gratifica con il cibo.

La sua più grande paura è la libertà.

Dal punto di vista alimentare: gli piacciono gli alimenti grassi, il cioccolato. E’ bulimico, oppure mangia tante piccole porzioni. Prova vergogna nel comprarsi o nel mangiare dolciumi.

Possibili malattie: disturbi alla schiena, alle spalle, alla gola, angina, laringite, problemi respiratori, problemi alle gambe, ai piedi, varici, storte, fratture, disturbi al fegato, alla tiroide, pruriti cutanei, ipoglicemia, diabete, disturbi cardiaci.

Osservazioni che servono a mettere in evidenza la maschera:

  • il masochista finge spesso con la voce di provare dei sentimenti, per dimostrare interesse quando non lo prova;
  • il masochista ama molto ballare, e ne approfitta per esprimere la propria sensualità. Balla per il piacere di ballare; ciò che ne emana è un “guardate come posso essere sensuale”;
  • il masochista sceglie una macchina piccola, dove si sente allo stretto. Lo stesso vale anche per altre categorie di acquisti;
  • il masochista si siede a gambe larghe. Dal momento che perlopiù sceglie una sedia o una poltrona non adatta a lui, sembra sia scomodo;
  • quando si riattiva la ferita da umiliazione, indossa la maschera del masochista. Questa fa dimenticare i propri bisogni così da pensare soltanto a quelli altrui e diventare una brava persona, generosa, sempre pronta a rendersi utile, anche al di là dei propri stessi limiti.
  • Fa in modo di caricarsi sulle spalle responsabilità e impegni di gente che pare avere difficoltà nel rispettare ciò che deve fare, e questo ancor prima che venga richiesto. Fa del suo meglio per rendersi utile, sempre per non sentirsi umiliato, sminuito. Così facendo fa in modo di non essere libero, cosa che sarebbe così importante per questa tipologia. Ogni volta che l’ agire è motivato dalla paura di provare vergogna di se stessi o dalla paura di sentirsi umiliati, è segno che si sta indossando la maschera del masochista.
  • Il masochista si convince che tutto ciò che fa per gli altri gli fa enormemente piacere e che, facendolo, ascolta veramente i propri bisogni. E’ bravissimo a dire e a pensare che va tutto bene, e a trovare scuse per situazioni o persone che l’hanno umiliato.
  • Chi soffre di umiliazione alimenta la propria ferita ogni volta che si sminuisce, che si paragona agli altri sminuendosi e che si accusa per essere troppo grasso, non buono, senza volontà, un approfittatore e così via.
  • Si umilia indossando abiti che non gli stanno bene, e sporcandoli.
  • Fa soffrire il corpo dandogli troppo cibo da digerire e da assimilare.
  • Si fa soffrire assumendosi responsabilità altrui, il che lo priva della sua libertà e del tempo da decidere a se stesso.

La ferita da umiliazione è in via di guarigione quando ci si concede il tempo di verificare le proprie necessità prima di dire di sì agli altri. Ci si fa carico di molte meno cose, sentendosi più liberi. Si smette di creare limiti per a se stessi. Si riesce anche a fare domande senza sentirsi uno che disturba, se non addirittura un rompiscatole.

Nel prossimo articolo vi presenterò la ferita da tradimento.