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07
03
2022

Restorative Yoga: lo Yoga che risana

Scritto da Giada Tessari 0

Il Restorative Yoga nasce grazie a B. K. S. Iyengar, lui infatti si rese conto che praticare con l’aiuto di supporti in modo tale che le asana non fossero difficili, che potessero essere praticate con meno sforzo, permetteva ai suoi allievi di resistere più a lungo nelle posizioni, riducendo sia lo stress che la tensione muscolare. Questo migliorava non solo la circolazione sanguigna, ma anche il funzionamento del sistema respiratorio. Con il tempo altri maestri si sono dedicati a questa pratica, introducendo sempre nuovi props (accessori -c supporti) che hanno aumentato sempre più la tenuta delle posture (da 20 a 30 minuti) rendendole ancora più meditative e rilassanti, accrescendo il numero dei benefici sia a livello fisico che mentale ed emotivo.

Ma perché praticare il Restorative Yoga?

In una quotidianità scandita da ritmi frenetici, vite lavorative, sociali e politiche sempre più vive nel web, ma poco realmente vissute, i corpi bramano metodi per calmarsi. Più le nostre vite accelerano e più c’è bisogno di introspezione, rallentare e calma.

Ma non basta un bel bagno caldo, un massaggio, prendersi del tempo per guardare una bella serie tv sul divano bevendo una tisana?

Sì, può essere utile, ma c’è una grande differenza fra queste cose ed il Restorative Yoga ed è la consapevolezza di ciò che si sta facendo: attraverso la pratica si passa da una condizione di dominanza del sistema simpatico a quella del sistema parasimpatico, si passa cioè dallo stress al rilassamento. Nelle nostre vite frenetiche dove “per avere successo si deve lavorare duro e controllare tutto in modo che nulla sfugga”, questa pratica rende consapevoli che si può “mollare le presa”, che non serve fare per essere produttivi, è importante essere, che siamo già completi, che è sufficiente lasciar spazio alla creatività, all’intuizione incoraggiando la nostra innata saggezza.

Cosa comporta una pratica di Restorative Yoga?

Praticare questa tipologia di Yoga permette di rallentare, fare silenzio nella mente, prendere coscienza di schemi comportamentali e di emozioni che si tende a reprimere, insegna ad avere compassione per se stessi. Aiuta ad imparare la moderazione, a fermarsi prima di reagire secondo i condizionamenti ricevuti, a prendere consapevolezza delle emozioni e dei bisogni più profondi. Aiuta a vedere il proprio “lato oscuro”, averne compassione per poter così scegliere un via diversa di agire. L’essere sorretto da supporti lascia la piacevole sensazione che sempre e comunque qualcosa o qualcuno sostiene il nostro andare.

Ci sono studi medici che hanno osservato cosa accade quando si pratica questa tipologia di yoga, ed essi hanno rivelato che:

  • l’HRV (la variabilità della frequenza cardiaca) aumenta, a questo si collega una flessibilità del sistema nervoso e una migliore salute emotiva. Questo indice è strettamente collegato con le malattie autoimmuni (come l’artrite reumatoide) ed il rischio di morte: in entrambi i casi si osserva una diminuzione dell’HRV.
  • Aumenta la produzione di determinati neurotrasmettitori che calmano il sistema nervoso, nello specifico:
    • serotonina, chiamata anche l’”ormone della felicità”, è un neurotrasmettitore che regola l’umore;
    • noradrenalina, coinvolto nel sonno e nell’attenzione;
    • dopamina, coinvolta nella motivazione, aiuta a raggiungere i propri obiettivi.

Nella quotidianità la maggior parte delle persone si trova nella situazione nota come “fight or flight (lotta o fuga), 20 minuti nella stessa posizione, riducendo al minimo la tensione muscolare e calmando la mente, predispone invece alla risposta “rest and digest”, ovvero resta e digerisci: impara a darti tempo per digerire non solo quello che mangi, ma le impressioni sensoriali con cui vieni a contatto, ciò che vedi, senti, provi, assimila ciò che ti serve ed elimina tutto il resto. Ecco, dobbiamo trovare il tempo di eliminare ciò che non ci è utile invece di continuare ad accumulare.

Come si pratica il Restorative Yoga?

  • Servono almeno 20 minuti per poter praticare in una stanza sufficientemente silenziosa, calda e dei supporti per rendere il tutto comodo.
  • Le posture scelte aiutano a mantenere il cuore allo stesso livello o al di sopra della testa andando a ridurre la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna grazie alla stimolazione dei barocettori.
  • Le posizioni vanno tenute ricercando la minor tensione, la massima comodità per consentire il massimo rilassamento fisico.
  • La luce dovrà essere molto tenue in modo da non stimolare il sistema reticolare.
  • La respirazione avverrà attraverso il naso in quanto più rilassante. Con il tempo e la pratica imparerai a scegliere fra le seguenti opzioni:
    • samavritti; inspirazione ed espirazione più profonde ma della stessa lunghezza, se sei una persona relativamente calma;
    • visamavritti, un’espirazione due volte più lunga dell’inspirazione, se la tua mente è spesso agitata, in modo tale da agire sul nervo vago e di conseguenza calmare il sistema nervoso.