La fascia è un tessuto connettivo apparentemente “silenzioso”, ma in realtà ricco di intelligenza e funzione; è una rete continua, sensibile e adattiva, che comunica, si adatta e registra ogni esperienza del corpo. E’ un tessuto che non solo separa, ma connette. Si sente spesso ormai parlare di fascia e miofascia, ma qual è la differenza?
Fascia:
- La fascia è un tessuto connettivo denso che avvolge muscoli, organi, nervi e ossa, formando una rete continua che collega tutto il corpo.
- Ha la funzione di sostenere, proteggere e separare le diverse strutture corporee, permettendo loro di scorrere liberamente l’una sull’altra.
- La fascia può diventare rigida e tesa a causa di stress, traumi, cattiva postura o infiammazioni, limitando il movimento e causando dolore.
Sistema Miofasciale:
- È composto da muscoli e fascia, e la loro interazione è fondamentale per il movimento, la stabilità e la funzione corporea.
- Il dolore miofasciale è causato da trigger points, ovvero punti sensibili all’interno dei muscoli che possono causare dolore locale o irradiato.
- Le tecniche di terapia miofasciale, come lo scollamento o il massaggio miofasciale, mirano a rilasciare le tensioni nella fascia, migliorando la mobilità e riducendo il dolore.
E al modo in cui il Metodo Ipopressivo Multidisciplinare (MIM) la considera, la ascolta e la integra nel lavoro clinico, riabilitativo e posturale.
Perché la fascia è diventata così importante?
La fascia è il nostro ambiente interno. Non è solo “ quello che avvolge i muscoli ”, ma è ciò che dà forma, continuità e comunicazione tra i sistemi del corpo.
Attraverso la fascia viaggiano informazioni nervose, metaboliche, pressorie.
È lei che dà struttura al respiro, alla postura, al tono profondo.
Il corpo non è una collezione di parti, ma un sistema vivente unico e continuo. La fascia risponde nel tempo : se l’insulto è recente, agisce il sistema nervoso. Se è cronico, si adatta il tessuto fasciale. Un dolore al ginocchio può avere origine nel bacino così come un dolore alla spalla può nascere… dall’ombelico! La fascia ha memoria, tono, gerarchia: alcune strutture fasciali sono veri “ pioli di sintonizzazione ”, che alterano tutto l’equilibrio del corpo. Ogni intervento terapeutico è un carico adattivo: serve precisione più che forza.
Ecco perché io ho scelto di lavorare con il MIM ovvero il Metodo Ipopressivo Multidisciplinare.
Nel Metodo Ipopressivo Multidisciplinare (MIM), la fascia non è un concetto accessorio: è una protagonista silenziosa che guida ogni gesto, ogni respiro, ogni adattamento posturale. Ecco perché il Metodo MIM integra il lavoro fasciale in modo sistemico, attraverso:
- La respirazione tridimensionale (3D) : il respiro nel MIM non è “solo aria” che entra ed esce. È un’espansione volumetrica che coinvolge la gabbia toracica, il diaframma, il pavimento pelvico e l’addome, generando compressioni e decompressioni interne e allungamento fasciale. La fascia si distende, si riattiva, recupera la sua intelligenza tensiva.
- La pressione intra-addominale (PIA) gestita in modo riflesso : il MIM insegna a modulare le pressioni interne senza spinta né compensi. Nessuna manovra forzata, nessun rischio di schiacciamento. L’attivazione del core avviene in modo naturale, grazie alla progressiva riorganizzazione fasciale.
- L’ascolto posturale e propriocettivo raffinato : nel MIM non si “aggiusta” la postura dall’esterno, ma si accompagna il corpo a ritrovare un suo equilibrio interno, grazie alla propriocezione. La fascia, ricchissima di recettori sensoriali , è il tessuto che restituisce al corpo la capacità di sentire dove si trova, come si muove e come si regola.
- La didattica progressiva, che tiene conto della storia del corpo : il Metodo MIM non propone “schemi fissi”, ma una pedagogia del movimento rispettosa. Ogni esercizio viene adattato in base al livello di compenso, alla cronologia del trauma, alla capacità respiratoria e tensiva della persona. Non si parte da dove “ vorremmo ”, ma da dove il corpo può iniziare a rispondere.
Il risultato? Un corpo che non viene forzato, ma guidato.
Un metodo che non lavora “sul sintomo”, ma “con il sistema”.
Un professionista che non imponente, ma accompagna.
Una fascia che torna viva, adattiva, vitale.
Quando e dove praticare il MIM
Immagino che ora ti starai chiedendo “Bello! Ma in che giorni, orari, sedi?”. Ecco la risposta che cercavi:
- lunedì 19.45 presso Health Studio a Cittadella,
- mercoledì 12.30 presso la sede di San Martino di Lupari,
- giovedì 19.30 Reformer Ipopressivo: utilizzerai il metodo MIM con il Reformer, la frontiera della ginnastica ipopressiva. Presso Health Studio a Cittadella.
Potranno partire nuove classi che hanno un numero massimo di allievi che va da 6 a 9.